di Maria
Dopo ventidue anni da “La variante di Luneburg” (Adelphi, 1993), fortunato libro d’esordio dello scrittore friulano Paolo Maurensig, esce “Teoria delle ombre” sempre per i tipi della Adelphi.
Ed è come proseguire un discorso mai interrotto con l’autore.
L’incipit de “La variante di Luneburg” era illuminante circa il significato del gioco degli scacchi per Maurensig e per tutti gli appassionati: la stessa origine ne rivela la ferocia, dato che secondo la leggenda un sultano punì con la morte l’oscuro inventore che aveva chiesto ed ottenuto come compenso l’irrealizzabile desiderio di avere tanto grano quanto risultante dalla somma di un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle della scacchiera, due chicchi sulla seconda, quattro sulla terza ecc…
Appassionatosi troppo al gioco, però, il sultano perse la ragione e, così:
l’esosità del mitico inventore, infatti, è pari solo a quella del gioco stesso.
Del resto, proseguiva lo scrittore:
Nei confronti del gioco, uno scacchista si trova ad avere lo stesso atteggiamento parziale che ha nei confronti del mondo: ha le sue preferenze e le sue antipatie, le sue convinzioni e le sue intolleranze.
Anche “Teoria delle ombre” racconta la vicenda, misteriosa ed incompiuta, di un famoso campione di scacchi, realmente esistito e morto in circostanze oscure.
Ed anche in “Teoria delle ombre” alcune delle pagine più cupe della storia – il nazismo e lo sterminio degli ebrei – si intrecciano con la passione per gli scacchi.
Nel romanzo l’io narrante si reca in Portogallo nella località balneare di Estoril – dove il campione aveva trascorso gli ultimi mesi della sua vita – per tentare di svelare il mistero della sua morte avvenuta nel 1946 ed ufficialmente attribuita a cause naturali.
L’espediente letterario dell’autore, che scrive un romanzo nel romanzo, dà luogo alla narrazione della vita di Alexander Alekhine, ripercorsa fin dall’infanzia con sapienti flash-back dalla dimensione onirica (suggestivi i sogni in cui gli appare la madre) ed avvincente come un romanzo giallo, non privo di finale a sorpresa.
Lo stile sobrio e curato di Maurensig e la lucida concisione nel descrivere sia la psicologia dei personaggi (indimenticabile, su tutti, il tetro protagonista Alekhine, eroe negativo e vittima di segreti complotti) e sia le malinconiche ambientazioni portoghesi rivelano una raggiunta e definitiva maturità dello scrittore, che si conferma autore di gran classe.