220px-antonio_russelloI dimenticati: Antonio Russello. In pochissimi conoscono questo autore raffinato e ancora meno sono quelli che conoscono le sue opere; eppure aveva esordito nel 1960 con il romanzo “La luna si mangia i morti” nella mitologica collana “Medusa degli italiani” della Mondadori diretta da Elio Vittorini e aveva ottenuto una recensione efficace da parte di Leonardo Sciascia sul quotidiano “L’Ora”. In seguito pubblicò diverse altre opere narrative di eccezionale valore e numerosi testi teatrali, alcuni dei quali rappresentati tuttora. Nonostante questo, per molti un emerito carneade. Da qualche tempo, però, l’editore della Santi Quaranta di Treviso, Ferruccio Mazzariol, sta ristampando molte delle sue opere e nel 2011, nel decennale della morte, per onorarne la memoria e la grandezza letteraria, ha pure pubblicato l’inedito manoscritto ‘Rovesciano’ con il nuovo titolo ‘In viaggio con l’Auto-ferma’. A proposito di questo romanzo lo stesso Russello scrisse nella Sua “Vita postuma”: “Improbabile storia d’un Feliciano Roberti, ingegnere costruttore presso un’Industria Automobilistica nella pedemontana piemontese. Da uno dei suoi modelli d’auto un giorno è investito, mentre al volante si trova la non ancora sua addomesticata e amata donna. Onde l’investito, come piegato in due, all’ospedale viene dai medici riportato all’aspetto normale ed eretto dell’organismo, salvo che in esso resti la disposizione psichica di veder tutte le cose rovesciate nel loro contrario. Dal che il Primario del’ospedale gli si rivolge durante la degenza col nome di Rovesciàno (assonanza di Feliciano) per un semplice sbaglio”.
Con una punta di amarezza e con la consapevolezza che la sua letteratura sarebbe stata riscoperta dopo la sua morte, proprio Antonio Russello scrive “E’ destino delle grandi opere di perdersi sì, ma il cielo le salva e le fa arrivare in cielo”. Antonio Russello continuò per tutta la vita a scrivere, malgrado gli innumerevoli rifiuti editoriali e oggi per le sue eloquenti capacità di narratore andrebbe riposto accanto a Sciascia, Bufalino, Consolo, Tomasi di Lampedusa, Vittorini, Verga, Pirandello e tutti i grandi scrittori siciliani.

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Di origini siciliane e autore di un libro quasi esclusivamente ambientato lungo un’autostrada (e come per l’inedito di Russello con le automobile inanimate protagoniste) è lo scrittore svizzero Joseph Incardona, autore de “La metà del Diavolo” edito da NN Editore e presentato sabato 22 ottobre nella nostra Libreria a Parma. Romanzo ricercato, di grande ritmo e dallo stile pungente. Con Alice, la mia socia, nell’attesa dell’arrivo dello scrittore e dell’editore Alberto Ibba, a lungo nel pomeriggio, ci eravamo interrogati sulla sua personalità, ci eravamo scambiati parecchie riflessioni e valutazioni profonde circa questo noir raffinatissimo e mai avremmo pensato di conoscere e incontrare, poi, uno scrittore brillante e solare. Nel dopo presentazione siamo andati pure a cena tutti assieme e ci è stata data conferma di avere a che fare con una persona vivace ed elegante e con un grande senso dell’umorismo e che mai avremmo potuto immaginare a fronte dello stile forte, duro, decisamente ruvido del libro presentato.
Ho riflettuto molto sul fatto che sono diventato molto amico di scrittori di grande talento che spesso scrivono noir complicati e ricchi di tensione o romanzi avvincenti dalle trame torbide e anche oscure e che, poi, nella vita sono persone di una raggiante solarità e trasparenza. Dei veri compagnoni, insomma, e penso a Mario Pistacchio e Laura Toffanello de “L’estate del cane bambino” o a Ilaria Gaspari di “Etica dell’acquario”.

14805532_10211456566598487_905674200_nSi deve essere particolarmente dotati di talento e creatività per scrivere libri che analizzano l’origine del Male, o che trattino di sciagure e grandi dolori e conservare quel fondo di luce buona dentro di sè. Scoperchiare, attraverso la narrazione, il brutto e la brutalità che alberga nell’animo umano e svelarlo in tutta la sua indigesta oggettività è un’operazione che richiede il bisturi fermo di un chirurgo. Fare una diagnosi obiettiva del mondo non è semplice ispezionando l’animo umano attraverso storie enigmatiche, storie di catastrofi e tormenti, storie di delitti e puro istinto, storie di massacri efferati, storie di morti avvenute in circostanze misteriose. Riuscire a farlo con una scrittura impeccabile e conservare intatta la propria gioiosa umanità è roba che appartiene ai grandi narratori.
In libreria Joseph Incardona ha dato vita ad una presentazione coinvolgente e stimolante, incalzato dalle domande intelligenti dello scrittore parmigiano, Andrea Cabassi, autore tra l’altro di uno dei libri più belli che io abbia letto negli ultimi cinque anni, “Manifattura Tabacchi 1948”.

14875313_10211456564838443_223795998_nSono venuti fuori, durante la presentazione, con tutte le loro storie e tutte le loro sfumature, i molteplici personaggi che animano il libro come in un girone infernale.
Pierre Castan, medico legale, che dopo la misteriosa scomparsa della giovane figlia, Lucie, vive realmente e ossessivamente vagabondando su quel tratto di autostrada che la ha inghiottita qualche mese prima. Ostinato a scoprire tracce e indizi per trovare il colpevole della infelicità sua e della moglie. Animato solo da risentimento e sete di vendetta, Pierre vive dove la sua vita è cambiata, proprio in autostrada. Sua moglie, Ingrid, aspetta a casa, nel sudiciume più totale trangugiando alcool e attendendo notizie. Tra sesso occasionale e compulsioni autoerotiche trascorre le sue giornate senza alcun desiderio, se non quello di farsi del male. Quando una terza ragazzina, Marie Mercier, nel giro di pochi mesi scompare dall’autostrada, facciamo conoscenza con i suoi genitori, Marc e Sylvie, e il loro triste destino, e poi con la gendarmeria e il capitano Julie Martinez e il tenente Gaspard. E ancora conosciamo tutta una serie di personaggi con il loro carico di miserie e degrado: il viscido Lucino, il trans Lola, che vende cinicamente il suo corpo all’interno di una tenda ai bordi della strada, Jacques Baudin, che colleziona tutto ciò che trova nell’area di sosta e Tía Sonora, la vecchia che legge la mano e predice il futuro.

14826182_10211456564118425_358315397_n-1C’è poi la persona che sta dietro a tutti questi orrori. Lo scopriamo fin dalle prime battute che è lui il colpevole e si chiama Pascal. Lavora nella ristorazione ed è un emarginato, un escluso, un reietto metodico e mite ma dall’animo nero. Quel 666 diviso due ci viene spiegato in pagine ricche di tensione, l’altra metà del diavolo che con sadismo tortura le sue giovani vittime. Pascal mi ha richiamato alla mente il protagonista di un racconto di Leonard Frank dal titolo “L’origine del male” contenuto nella raccolta “L’uomo è buono” e che da Berlino torna al paese natio per regolare i conti con il suo sadico maestro. E’ stato lo stesso autore Incardona durante la presentazione a spiegare la teoria di cui Leonard Frank si fa promotore in questo magnifico libro e secondo cui un individuo sottoposto a pesanti umiliazioni nell’infanzia può in età matura commettere un delitto perché non è riuscito a superare il trauma della violenza inflitta quando non poteva reagire. Proprio come Pascal che ha tanto di quel Male racchiuso in testa e simbolicamente tenuto fermo da una cicatrice ricoperta da un tatuaggio a forma di cerniera sul cranio.

Personaggio chiave del noir è Julie Martinez, detective e donna sola che tenta di risolvere il nuovo caso di sparizione prima che sia troppo tardi. Mi ha richiamato, non per sola assonanza con il cognome, Daniel Hernàndez, il correttore di bozze che si improvvisa detective nei tre racconti polizieschi di Rodolfo Walsh, contenuti nel libro ‘Variazioni in rosso’. La detective del romanzo di Incardona proprio grazie alla stessa meticolosità e precisione di certi investigatori di Walsh (non dimentichiamo di citare l’ultimo bellissimo libro di casa Sur “Per non parlare del morto”) riesce con rigore deduttivo a risolvere l’enigma dentro il quale si trova coinvolta.
Romanzo che si percorre come un vero e proprio viaggio lungo un non luogo per eccellenza, l’autostrada. Un viaggio all’inferno che si snoda lungo un caldo e afoso agosto, quando l’unico desiderio sono le vacanze e ci si ritrova, invece, tra boschetti debordanti di spazzatura e caotici autogrill affollati di turisti.

Come tutti i libri targati NN Editore il bugiardino contenuto in quarta di copertina delinea la solita indicazione sul lettore-tipo per questo libro:

“Questo libro è per chi sbaglia sempre l’ora di partenza e si trova in coda a guardare nelle altre macchine, per chi conserva in un libro la lettera d’amore di uno sconosciuto, per chi ama il profumo della pioggia in estate e per chi vorrebbe credere al destino ma si deve preoccupare di limitare i danni del futuro prossimo.”

Parte integrante del romanzo la nota della superba traduttrice, Claudine Turla, nel finale.

Cercatevi uno zaino capiente questa settimana perchè al libro di Joseph Incardona, ‘La metà del diavolo’ bisogna assolutamente aggiungerci :

'In viaggio con l’Auto-ferma' di Antonio Russello, edito da Santi Quaranta.
‘In viaggio con l’Auto-ferma’ di Antonio Russello, edito da Santi Quaranta.
'L'estate del cane bambino ' di Mario Pistacchio e Laura Toffanelo edito da 66thand2nd.
‘L’estate del cane bambino ‘ di Mario Pistacchio e Laura Toffanelo edito da 66thand2nd.
'Etica dell'Acquario' di Ilaria Gaspari edito da Voland.
‘Etica dell’Acquario’ di Ilaria Gaspari edito da Voland.
'Manifattura Tabacchi' di Andrea Cabassi edito da Fedelo's.
‘Manifattura Tabacchi’ di Andrea Cabassi edito da Fedelo’s.

'L'uomo è buono' di Leonard Frank edito da Del Vecchio (traduzione e cura di Paola Del Zoppo)
‘L’uomo è buono’ di Leonard Frank edito da Del Vecchio (traduzione e cura di Paola Del Zoppo)

Variazioni in Rosso' di Rodolfo Walsh edito da Sur.
‘Variazioni in Rosso’ di Rodolfo Walsh edito da Sur.

 

Per non parlare del morto' di Rodolfo Walsh edito da Sur.
‘Per non parlare del morto’ di Rodolfo Walsh edito da Sur.

 

Nello zaino di Antonello: Antonio Russello e Joseph Incardona