I tre colori delle mie letture

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di Giulia Ciarapica

blogger di Chez Giulia

 

 

 

Ho sempre ragionato a colori, anche i giorni della settimana per me hanno un colore specifico e ogni emozione si tinge delle sfumature che la mia mente associa a quel determinato stato d’animo.

La stessa cosa succede con i libri, ogni volta che ripenso ad un libro letto mi viene in mente il colore che l’essenza di quel testo si è portato dietro. Difficilmente un libro lascia neutrale chi lo legge, nel bene e nel male, e quindi non può rimanere un’idea in bianco e nero.

Proverò a descrivervi i tre colori principali delle mie letture, trasformando in parole quello che sento e che vedo con gli occhi del pensiero.

 

thumbnail_img_20160628_141041Rosso: i classici

Credo che il rosso sia uno dei miei colori preferiti, insieme al rosa (shocking, non quello pallidino, eh. E la mia vita da aspirante Barbie in carne ed ossa ringrazia), per questo lo associo, inevitabilmente, alla mia passione più grande: i classici.

Ogni volta che rileggo Il rosso e il nero di Stendhal, Anna Karenina di Tolstoj, Papà Goriot di Balzac o Delitto e castigo di Dostoevskij, per citarne solo qualcuno, non posso fare a meno di sentirmi avvolta da un’atmosfera antica e quasi mistica, nella quale perdersi è fin troppo semplice, ed il problema poi è riemergerne senza sentirne troppo la mancanza. Sono la classica – è proprio il caso di usare questo aggettivo – nostalgica dei tempi mai vissuti, ho un animo particolarmente propenso alla seduzione del vintage, e quindi immedesimarmi nella Giacinta di Luigi Capuana per me è davvero un gioco da ragazzi.

Dei classici, specie quelli italiani di fine Ottocento come Fosca di Iginio Ugo Tarchetti o Malombra di Antonio Fogazzaro, amo a dismisura la potenza evocativa delle grandi passioni, e tutte le grandi passioni non possono che tingersi di rosso.

Immaginate di trovarvi in Sicilia, all’epoca del tramonto borbonico, nella sala da ballo del palazzo del principe Fabrizio Salina (il Palazzo Valguarnera Gangi dove Visconti girò Il Gattopardo), poco prima che Tancredi balli con Angelica, mentre il cane Bendicò si avvicina a voi, sornione. Non sentite il profumo della pienezza classica? Come non affidare al rosso del fuoco ardente, un’immagine tanto scalpitante?

 

Azzurro: i contemporaneithumbnail_img_20160906_110614

È il colore della possibilità, dell’apertura al nuovo, del tocco delicato di chi si addentra ma non ingombra. La mia mente si tinge di azzurro quando leggo i romanzi degli autori contemporanei, perché disegnano nel mio immaginario infinite possibilità di riscrittura della realtà.

Il nuovo che avanza e che attinge dal classico, il presente che si fa spazio nel ricordo del passato senza intralciare il futuro, né ipotecandolo. L’azzurro è il colore di una contemporaneità tutta da definire, una tabula rasa da riempire con tutte le tinture dell’arcobaleno.

Quando penso ad autori come Paolo Di Paolo, Nadia Terranova, Igiaba Scego, Simona Sparaco, Carmen Pellegrino, Francesco Borrasso – e ne cito solo alcuni tra i miei preferiti – penso alla freschezza del loro stile, alle parole che scivolano silenziose sulla pagina ma restano aggrappate ad essa con tenacia. Nulla si cristallizza, ma tutto resta, niente si immobilizza, tutto si rinnova. La speranza e il coraggio di affrontare temi complicati, intricati, dolorosi, che ci toccano da vicino – per rendere omaggio a ciò che scriveva Kafka, “Un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi” – sono le caratteristiche che accompagnano i nuovi pionieri della letteratura moderna.

 

thumbnail_img_20160721_114150Arancione: Oriana Fallaci

Quando leggo le interviste di Oriana Fallaci, il mio microcosmo si tinge di arancione, un colore a sé, un colore che ho sempre ritenuto solitario, un isolano, senza neanche sapere esattamente perché. Oriana per me è grinta, passione, coraggio, energia, azzardo e solitudine consapevole, per questo il suo nome ha lo stesso colore del tramonto d’estate, quando tutto arde e il mondo fa fatica a spegnersi. Perché lei resiste, ha resistito, ha combattuto e ancora combatte. Un tramonto perenne, magnifico da vedere, abbagliante più del sole a mezzogiorno, che non si inabissa mai.

I tre colori di… Giulia Ciarapica

Un pensiero su “I tre colori di… Giulia Ciarapica

  • 16 Settembre 2016 alle 15:07
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    Molto bella questa letteratura a colori! Importantissimo il tuo sostegno alle giovani voci che si stanno facendo spazio tra gli scaffali e nei nostri cuori. Ovviamente per molti di questi non posso che essere d’accordo, e per quei pochi nomi che non conosco, prometto di recuperare presto 🙂

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