Arco_naturale di capri visto dal belvedere delle noci

Forse ti avrei chiesto un piccolo sacrificio. Cioè ti avrei detto: “prendiamo un aliscafo e andiamocene a Capri”. Poi avrei comprato qualche fettina di caprese in pasticceria e ci saremmo messe a parlare sedute in Piazzetta delle noci. 

Ti piace l’idea? Scrivo un altro romanzo e lo facciamo?

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Siete tutti testimoni di questa doppia promessa di Ester Viola, a cui ho chiesto di chiacchierare con me del romanzo d’esordio per Einaudi “L’amore è eterno finchè non risponde”.

Intanto immaginateci già lì, con le gambe accavallate, il sorriso sulle labbra e l’acquolina in bocca.

Ester Viola non è una neofita della scrittura, perché collabora con varie testate giornalistiche, ma con “L’amore è eterno finché non risponde” esordisce nella narrativa, con un libro scoppiettante, in cui i dialoghi e le pause riflessive sono il fulcro del romanzo, che pure riserva sorprese nella trama e nelle vicende dei singoli personaggi.

Cosa spinge un avvocato a cimentarsi con il romanzo? Cosa vuole fare “da grande” Ester Viola? La domanda nasce anche dalla protagonista, e da molti personaggi del romanzo, che ruotano intorno alla giurisprudenza, come se “L’amore è eterno finché non risponde” affondasse le sue radici in profondità nel mestiere di Ester Viola.

 

Bella domanda. Una risposta da parte mia però significherebbe aver trovato la soluzione al vecchio problema “Perché si scrive?”. 

Non lo so, forse non lo sa nessuno, l’unico modo sensato che ho per rispondere è questo. 

Il romanzo senz’altro s’è approfittato di una parte della mia vita – il lavoro che faccio – non poteva essere diversamente. Anche se poi non sono nemmeno avvocato matrimonialista, in realtà. Mi occupo di diritto del lavoro – i divorzi mi sono messa a studiarli, per scriverne. 

Quanto a “cosa voglio fare da grande”, potrei dirti che vorrei avere vent’anni per potermi permettere ancora la scelta. L’ambizione è continuare così, facendo le due cose assieme. 

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Ho letto il tuo romanzo con il sorriso stampato sul viso. Il tono leggero, certe situazioni assurde e imbarazzanti in cui ritrovarsi, la briosità dei dialoghi. Una fresca immediatezza. Eppure non sono mancati i momenti di nostalgia e quelli pieni di malinconia, anche se un tuo pregio è di coniugarli sempre strettamente con il sorriso. Non si ride mai sguaiatamente nel tuo romanzo. Non c’è mai il gusto della caricatura o quello corrosivo e acido. La polemica, il sarcasmo, il caricaturale rimangono sempre in un equilibrio perfetto con un senso bonario e sornione della vita, dell’amore e delle vicissitudini. C’è molta humanitas nelle tue pagine, ed è forse quello che più avvince e strega nella lettura.

Che romanzo voleva scrivere Ester Viola? C’era un tipo di lettore o di lettrice in particolare a cui, mentre scrivevi, ti sembrava più naturale rivolgerti? Perché a me sembra che tu accarezzi il genere rosa, sfiori la commedia, strizzi l’occhio al cinema, ti specchi nelle serie televisive e alla fine scrivi un romanzo di leggera letterarietà, carico di una visione filosofica dell’agire umano, senza mai voler essere giudicante o didascalico.

Chi vorresti e chi invece dovrebbe leggere “L’amore è eterno finchè non risponde”?

 

Giuditta, è talmente bello quello che mi dici che l’unica risposta che mi verrebbe da darti d’istinto è: con questa recensione, sono già contenta che lo abbia letto tu.

Allora: chi dovrebbe leggerlo? I temporaneamente felici per amore e i temporaneamente infelici per amore.

I primi, perché così non dimenticherebbero di mantenere un certo sguardo distaccato sui sentimenti – l’amore non è il “tutto”, della vita. È una parte –

I secondi dovrebbero divertirsi a leggerlo per ricordare l’unica verità non contestata sulle relazioni: che finiscono. 

E magari, se si convincono che non c’è niente di più normale che lasciarsi (l’equazione che cerco di dimostrare per tutto il libro), riuscirà un po’ più facile soffrire meno. 

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Ester, anche io sono molto contenta di aver letto il tuo romanzo, e ancora di più a poterne chiacchierare con te.
Torniamo all’equazione: nulla è più naturale che lasciarsi.
Presuppone quale corollario sull’amore? Intanto sembra negare che l’amore sia eterno, anche se il titolo del romanzo mi sembra che lasci un piccolo spiraglio per gli intransigenti dell’eternità dell’amore, seppure limitato da quel “finché”.
E ancora bisogna rispondere o non rispondere ai messaggi d’amore, o fintamente d’amore, o non palesemente d’amore su whatsapp? In che modo i social cambiano i rapporti d’amore? Perché mi sembra che questo sia uno dei temi più caldi e attuali del tuo romanzo, un nuovo triangolo: lui lei e il cellulare (o anche un tablet).

 

Il triangolo io-tu-i nostri cellulari ormai è una costante. Sul fatto che i social abbiano proprio cambiato i rapporti non saprei, ma forse la risposta è no. Voglio dire: l’amore non è sempre di due tipi, in fondo? c’è quello corrisposto e quello non corrisposto. E quella è la stessa storia da migliaia di anni. I social hanno un po’ cambiato l’intensità di certe reazioni in caso di amori finiti male. Tradirsi e lasciarsi succede come ai vecchi tempi, ma con le foto del tuo ex e un’altra sotto gli occhi l’effetto è diverso.

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Ci sono diverse tipologie di amore in base al mezzo usato?
La mail per un amore che nasce su un rapporto professionale, e whatsapp per un amore che finisce dopo anni? Oppure è una casualità, e ogni mezzo è lecito in amore?
Ma al di là della frivolezza della precedente domanda, mi sembra che i social se non influenzano il nostro modo di amare, influenzano di certo l’attualità di una scrittura come la tua, tanto da decidere di riproporre anastaticamente la grafica e le modalità di comunicazione dei social.
Quanta dimestichezza ha Ester Viola con i social e quale rapporto hanno con la genesi e l’ideazione del romanzo?

 

Ti rifaccio la domanda al contrario: se tu volessi scrivere una storia d’amore adesso, senti che riusciresti a evitare di parlare di social network senza l’effetto “vicende fuori dal mondo”?

Quella che ho deciso io poi è stata quasi una confusione tra fatti che accadevano e schermo del telefono della protagonista, Olivia. La narrazione era spezzata continuamente dalle mail, dalle chat, dai commenti Facebook. 

Mentre leggi sembra un’operazione così semplice, ma non era semplice mentre decidevo come costruirla.

La mia dimestichezza con i social? La stessa di tutti, ormai: enorme.

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Doppio finale per il tuo romanzo… eppure sembra che tu voglia lasciare una porta aperta alla tua protagonista, e ai personaggi secondari che danno brio e movimento alla storia. Si prova dispiacere a lasciarli andare via, eppure nello stesso tempo non sembra un addio (o forse è questo che da lettrice voglio sperare). Io ho molto amato Viola, l’amica del cuore, crudele e icastica. Potrebbe tornare in un nuovo romanzo di Ester Viola?

Maschi e donne: come li hai vissuti nella tua storia? Maschi contro donne, che sembrano meno superficiali, più attente e decise; oppure maschi&donne perché gli uni non possono fare a meno delle altre e viceversa?

 

Volevo lasciare qualcosa di incompiuto, ma in un altro senso. Speravo che dopo quell’ultima pagina chi aveva in mano il libro fosse sicurissimo di una cosa: che non poteva finire così per Olivia Marni. Che sarebbe stata infelice anche stavolta, che la storia avrebbe preso un’altra piega di lì a poco.

Il romanzo non ha un finale né bello né brutto, è un finale di passaggio. Si chiude con lo scontento, che vuol dire: cambiamento imminente. È per questo credo che tu senta aria di “prossima puntata”.

Viola Delvez è un bel personaggio, ma è troppo ambizioso. Una ragazza perfetta, bella e sempre lucidissima chi la vuole? Non si sopporterebbe nemmeno lei allo specchio. E poi vorrebbe dire avere abbastanza talento per fare una specie di Bridget Jones al contrario: nessun difetto, nessuna imbranataggine, e tuttavia una vita sentimentale parimenti disastrosa. È quasi impossibile.

Sulla seconda domanda: li ho allineati. Maschi e femmine li ho voluti solo uguali: cattivi per inerzia, egoisti e irrisolti esattamente alla pari. La cosa interessante è stata un’altra: qualcuno mi ha scritto per quel finale. Molti trovano da ridire su Olivia (“si è comportata male!”), nessuno su Luca.

 

In questa ultima risposta, Ester Viola condensa la ricchezza del suo romanzo: si sorride ma senza mai smettere di riflettere. Infatti si potrebbe scrivere un trattato partendo dalle reazioni nei confronti di Olivia e delle mancate reazioni al comportamento di Luca. Cosa hanno fatto? Leggete “L’amore è eterno finchè non risponde”!

Chiacchierando con… Ester Viola
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