10 buoni motivi per non leggere

“Esercizi di meraviglia” 

di Vittoria Baruffaldi

credits Elena Datrino

1. Non è un saggio filosofico, non è un romanzo; eppure ci sono parti saggistiche e parti narrative (cos’è?).

2. Sono un’insegnante di storia e filosofia e una madre, può bastare?

3. Però non insegno nulla: non s’impara a fare la madre meravigliosa, bensì la madre meravigliata.

4. Sono esercizi privi di utilità pratica: si parla di destino, libertà, linguaggio, amore, noia. Sono esercizi per re-imparare la meraviglia, attitudine da filosofi e bambini.

5. La filosofia che più si adatta a una madre è quella fondata sul dubbio: il dubbio come una carezza sulla testa quando si commette un errore.

6. Galleggiano, quindi, dubbi e domande; si capovolgono valori e direzioni, come su una montagna russa.

7. A volte bisogna chiudere i manuali, i blog e i forum sulla maternità perché la storia di un genitore e di un figlio è una storia di sogni irresponsabili, la tua storia.

8. Ciò che mancava intorno al discorso sulla madre è l’analisi del pensiero: una madre pensa e ha bisogno di farlo. Risultato? La prova ontologica dell’esistenza di Babbo Natale, per esempio.

9. Essere madre non è un mestiere, un progetto, una vocazione: è una scelta dell’esistenza, lieve e faticosa al contempo. Non si vincono coppe, like su Facebook, gettoni d’oro: si cammina insieme, la mano piccola dentro la mano grande.

10. Uso la parola madre, non la parola mamma. Sono presenti le seguenti parole: cuore, amore, e anche fiore. Ma anche: noumeno, tungsteno e teologia mascherata.

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Esercizi di meraviglia”