Dieci Buoni MOtivi per NON leggere

“Le serenate del Ciclone”

di Romana Petri

1) Perché qui la vita e la morte si confondono e alla fine la vita spazza via pure la morte. Ma s’è mai visto?
2) Perché trattasi di amore filiale. Questo sentimento poco si addice ai romanzi. In genere si scrive di genitori per regolare qualche conto in sospeso.
3) Perché si parla di un matrimonio che è durato tutta la vita e di gran passione. A queste cose non ci crede più nessuno.
4) Perché c’è una figlia che fa da madre un po’ a tutta la famiglia. Troppa dedizione, oggigiorno lo sappiamo come vanno le cose, ognuno si fa gli affari suoi.
5) Perché qui la passione per ogni cosa è troppo potente, fa un po’ paura. Sembra un motore che divora tutto, uno stomaco senza fondo.
6) Perché ci sono molti ideali, e gli ideali non vanno più di moda da un bel pezzo.
7) Perché si esalta la bellezza maschile, proprio come faceva Omero. E invece nella vita non è così, sono sempre le donne che devono essere belle a tutti i costi.
8) Perché è un romanzo assai virile in tutto, nella forza come nella debolezza. Qui c’è tanto di quel testosterone da sentirsi rintronati dall’inizio alla fine.
9) Perché c’è un senso della giustizia travolgente, assoluto, viscerale fatto di carne, sangue e spirito. Nessun compromesso, nessuna sfumatura.
10) Perché si parla di un uomo chiamato Ciclone e che come un ciclone si comportava. C’è forse qualcuno che vuole farsi travolgere?

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Le serenate del ciclone”
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