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Il club delle lettere segrete

di Ángeles Doñate

 Patrizia http://www.leultime20.it/

twitter: @patrizialadaga

 Giuditta

twitter: @tempoxme_libri

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto: 7 1/2.Una copertina spensierata grazie ai colori vividi che annunciano una storia piena di energia positiva. Prevedibile ma godibile. Proprio come il libro. Voto: 7Colorata e allegra, romantica e scontata come il romanzo stesso. Indicato il colore giallo canarino e i dati bibliografici decentrati ma nello stesso tempo asimmetrici.
2. L’incipit è …

Interrogativo.

A che cosa serve un postino in un mondo in cui non si scrivono più lettere?

Chiaro e lineare, con un pizzico di banalità che sono poi le linee in cui è racchiusa l’idea fondante del romanzo:

“A che cosa serve un postino in un mondo in cui non si scrivono più lettere?”

3. Due aggettivi per la trama
Romantica e scontata. Mielosa e scontata
4. Due aggettivi per lo stile
 Elementare e incolore. Piatto e modesto (la traduzione di Alice Pizzoli mi sembra tenga il ritmo, ma è l’originale che appare strutturato su una certa mediocritas, che non sempre è orazianamente aurea)
5. La frase più bella

Le parole non pronunciate sono ancore che ci trascinano verso il fondo.

Pura verità.

Non sono del tutto convinta dalla scrittura di Ángeles Doñate, quindi non ho riscontrato nessuna frase o espressione particolarmente pregnante, ma le epigrafi poste all’inizio di ogni capitolo, e tratte da diversi scrittori, mi sono sembrate molto raffinate e ben scelte, questo denota che la scrittrice spagnola è sicuramente una grande lettrice. 
6. La frase più brutta
Narrare la morte non è mai cosa semplice. La bruttezza del passaggio non sta nella prosa ma nella dolorosa immagine che crea.

Papà. I morti sanno di essere morti? Dove sei adesso? Qui a casa, resta solo il tuo corpo, ma quell’involucro di rughe e carne non sei tu. Non sei quelle braccia rigide che Sara sta sollevando, mentre ti veste con il tuo abito più elegante, né quei piedi bianchi che sembrano non volerne sapere di indossare i calzini.

La catteristica della scrittura di Ángeles Doñate è, a mio avviso, la piattezza dello stile e una certa superficialità nelle immagini. Non parlerei, dunque, di frasi brutte quanto invece banali e scontate. Un esempio aprendo a caso il libro: 

Lei aprì la bocca ma, prima che potesse articolare una parola, lui le chiuse le labbra con un bacio che li trasportò a mille anni luce da quel corridoio che sapeva di solitudine.

7. Il personaggio più riuscito
Non personaggi in senso stretto ma di certo elementi fondamentali del romanzo: le lettere di scrittori famosi e le citazioni tratte dalle stesse lettere. Pezzi di letteratura. Riuscito forse è una parola grossa, perchè risente di una certa stereotipia, ma sicuramente il più interessante: la poetessa americana Mara Polsky, anche se forse troppo insistita nella sua eccentricità.

La poetessa americana fece una riverenza comica, in stile medievale. I lunghi capelli grigi erano raccolti in una treccia che le arrivava a metà schiena. Il viso quasi senza trucco metteva in risalto due orecchini d’argento con una pietra nera dalla forma allungata, coordinati con il maglione a collo alto e la gonna ampia e lunga fino ai piedi. Una giacca arcobaleno dava una nota di colore al suo abbigliamento.

8. Il personaggio meno azzeccato
I personaggi di Ángeles Doñate sono tutti troppo stereotipati. Quello peggiore è Alma Meillás, la ventitreenne protagonista che si trasferisce nella villa lasciatale in eredità dalla  nonna nel piccolo villaggio di Porvenir. Ho trovato il personaggio poco credibile in tutti i suoi aspetti. Dalla scelta di trasferirsi da sola nella villa di campagna, alla storia d’amore fino al progetto di casa-albergo per scrittori. Ciascuno dei personaggi risente di una vena macchiettistica che li rende poco credibili e veri. Forse quella che ne risente di più è Sarai/Manuela scappata da marito e figli e chiusa in un ostinato egoismo.
9. La fine è…
Dolcezza & happy ending a go go. Ovvia.
10. A chi lo consiglieresti?
A chi è in cerca di un romanzo-favola che regali buon umore, poesia e belle citazioni letterarie. Ai lettori che amano le storie piane, piene di buoni sentimenti, in cui tutti si vogliono bene.

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