Dieci buoni motivi per NON leggere

Il terzo incomodo” 

di Elena Marinelli

1) È un romanzo di formazione. La narrativa è piena di romanzi di formazione, la vostra libreria potrebbe essere piena di romanzi di formazione. Il romanzo di formazione è un po’ come il grana in busta che si infila nell’anfratto del frigorifero: sei convinto che ce l’hai, ma non lo vedi, allora lo ricompri e ti ritrovi con tre buste tutte aperte.

2) Perfino il film del Terzo incomodo sarebbe migliore del libro.

3) È un romanzo d’esordio. Vi fidereste del primo romanzo che incontrate?

4) I nomi dei personaggi. Il protagonista maschile si chiama Osvaldo. Vorrebbe essere il ragazzo cool, ma ha un nome un po’ anziano. Il rapporto dell’autrice con i nomi è discutibile. Anche il cane ha un nome discutibile.

5) Non si capisce dove è ambientato.

6) A un certo punto c’è una parolaccia. Forse due.

7) A un certo punto potrebbe venire il magone e di magoni è pieno il mondo.

8) Basta con gli anni Novanta. Il periodo in cui inizia la vicenda e conosciamo Teresa, la protagonista, è datato agli inizi degli anni Novanta. Ci sono i walkman. Le felpe con il cappuccio. Le giostrine a forma di fungo. Devo andare avanti?

9) Magari poi ne seguirà un altro: leggere i libri è uno dei modi per fomentare uno scrittore.

10) Il terzo incomodo presuppone che ci siano ben altri due incomodi: avete davvero bisogno del terzo?

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Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Il terzo incomodo”