Dopo la prima lettura, abbiamo riletto “La leggenda di Tin Hinan Regina dei Tuareg” di Rossella Grenci (Casa editrice mammeonline) tenendoci strette l’una all’altra, io e Giuseppina, la mia bimba di 8 anni, come suggerito da una delle bellissime illustrazioni di Tatiana Martino. Disegni felici soprattutto nel rendere il fascino esotico e la fierezza di Tin Hinan.

Del libro si apprezza a prima vista la semplice, elegante fattura. Lettering ad alta leggibilità, senza giustificato, e qui c’è lo zampino della logopedista Rossella Grenci, con la sua attenzione costante alla dislessia. Una cura che mi sembra sottolinei l’importanza di strategie inclusive più che esclusive, perché la leggibilità e la chiarezza grafica sono un decisivo vantaggio per ogni piccolo lettore, senza distinzioni. Le pagine colorate, con una prevalenza dei colori pastello, sembrano invitare a una lettura distesa, in cui la chiarezza del dettato si coniughi con la piacevolezza della vista.

Tin Hinan fugge nottetempo dal regno usurpato da un cugino, avido di potere. Attraversa il deserto e a poco a poco, nonostante le durezze che il luogo impone, si lega indissolubilmente ad esso, tanto che quando insieme con la fedele ancella Takamat, che l’ha accompagnata nel difficile cammino, si imbattono nell’oasi di Abalessa, sentono che è quello il loro posto.

Le due donne affrontano con grande coraggio la vita nel deserto, stringendosi l’una all’altra, perché esso è un luogo sublime ma anche pericoloso. Eppure Tin Hinan e Takamat, fidandosi e affidandosi al reciproco sostegno, riescono a superare le prove che il deserto impone loro, rassicurate da una natura prodigiosa come una gazzella che incoraggia con lo sguardo, un cammello imbizzarrito dalla fame che porta Takamat a scoprire un pugno di orzo per preparare delle focacce dopo giorni di digiuno, un mula-mula portafortuna che anticipa alle donne l’arrivo in un’oasi. Quella raccontata da Grenci non è solo un’antica leggenda del popolo Tuareg, che viene meritatamente alla luce e che non era mai stata tradotta in italiano, dedicata alla Regina da cui credono discendere e che amano molto, ma anche una storia di amicizia, in cui la fragilità femminile viene trasformata orgogliosamente in fierezza, che è poi la caratteristica dell’importanza delle donne all’interno della società Tuareg.  

Rossella Grenci tocca la narrazione con sobrietà e compostezza, spinta dal desiderio di offrire ai piccoli lettori italiani un tassello fondamentale della cultura millenaria di un popolo in via d’estinzione, perché minacciato e ostacolato nella loro caratteristica saliente: il nomadismo.

Quello che ci affida con “La leggenda di Tin Hinan Regina dei Tuareg” è come il dono di un gioiello prezioso, un simbolo come la Croce di Agadez, che gli uomini e le donne Tuareg indossano e trasmettono ai loro figli.

Giuseppina mi fa tante domande, guardiamo le immagini in rete, perché il mondo raccontato nel libro è molto distante dal nostro, si incuriosisce alle tende, ai vestiti come il lungo velo con cui si avvolgono, spesso di colore blu, alle carovane di cammelli e li intreccia con il racconto proposto da Rossella Grenci. Poi alla fine di questo lungo viaggio nel tempo e nello spazio, mi dice:

– come vorrei assaggiare il tè dolce come l’amore.

 

Ma perché questo desiderio si avveri dovrebbe farne di strada per trovarsi ospite in una tenda Tuareg a sorseggiare le tre tazze di tè, forte e scuro, con cui accolgono. O forse no, perché un progetto importante e fortemente voluto da Rossella Grenci è la possibilità di far arrivare nella nostra città una piccola comunità Tuareg con tutte le loro tradizioni, a partire dalle straordinarie tende.

Un libro è sempre un incontro, e mai come in questo caso si dimostra vero. 

La leggenda di Tin Hinan