Ci invita a guardare dalla finestra dello studio, Desideria Guicciardini: – il lungolago di Lecco, dove vado volentieri a passeggiare tra un disegno e l’altro.

Ed è quello lo sfondo che dovete immaginare per la chiacchierata, che con molta allegria e spasso, io e Nuccia ci siamo godute con una delle nostre illustratrici più care.

Questa volta comincio io.

Quello che mi colpisce dei tuoi disegni è la loro forza narrativa, senza perdere in guizzo fantasioso e in capacità creativa. Cosa preferiva la piccola Desideria disegnare o leggere? e continuando a interrogare la Desideria bambina, è lei che ha scoperto di saper disegnare? Si scopre o si coltiva il talento del disegno?

Da piccola, diciamo dai 6 anni , preferivo leggere. Cioè preferivo le parole. Imparare a leggere mi dette, in prima elementare, una soddisfazione che non ho mai più provato nella vita. Leggere fu, dunque, una vera scoperta. Disegnare al contrario lo avevo sempre fatto, a casa con le mie sorelle, non ritenevo fosse una cosa da imparare o, per meglio dire, da saper fare.
A scuola inoltre ai miei tempi non si disegnava, se non qualche greca o cornicetta di fiorellini a chiusura di temi e problemi. Nessun pericolo che qualcuno dicesse “ Disegni male, disegni bene, sai disegnare, non sai disegnare, hai talento, non hai talento”. E’ stata una gran fortuna. A casa disegnavi se la cosa ti divertiva, altrimenti facevi qualcosa d’altro.
Altra grande fortuna, aver avuto dei genitori che non mi hanno mai lasciata a corto di libri fogli matite colori e pennelli.

 

Il mistero si infittisce. Allora quando scopre Desideria Guicciardini che sa disegnare? e qual è stato il disegno rivelatore?

Non nego che possa accadere che si scopra, in un determinato momento della vita, di saper disegnare, che ci possa essere un disegno rivelatore.
E’ una delle tante storie che si possono raccontare, ma non è la mia.
Nel primo capitolo della mia storia già ho raccontato della mia fortunata infanzia.
Capitolo due : la fortuna continua. Arriva il momento rivelatore.
Non scopro di saper disegnare, ho solo 10/11 anni, sono ancora troppo piccola. Ho la fortuna di sfogliare 3 libri, scritti in inglese, lingua che non conosco.

La Tempesta di Shakespeare, illustrato da Edmund Dulac, Londra, 1905.
Storie da H. C. Andersen, illustrato da Edmund Dulac, Londra 1911.
Peter Pan, illustrato da Arthur Rackham, Londra 1909.
Non leggo le parole,non so leggerle, leggo le immagini. Meravigliose, dettaglio non da poco.
Il gioco è fatto, scopro cosa è l’illustrazione: raccontare con le immagini, ma nello stesso tempo indurre una voglia matta di leggere le parole.
Ha inizio la passione-fissazione per i disegni chiusi tra le pagine dei libri.
Morale: non ho deciso di fare l’illustratrice perché consapevole di essere “ brava a disegnare”.
Ho fatto l’illustratrice perché mi sono innamorata dell’illustrazione.
La strada non è stata lineare (liceo classico, Lettere moderne, Brera serale, tre estati alla Scuola del libro di Urbino).
Ma questo è un altro capitolo.

 

Raccontare con le immagini, eh già! Un dono della tua matita che riscopriamo ogni volta che ti leggiamo. Come si racconta con le immagini un libro? Ti aiutano gli autori? Leggi la storia e i personaggi, gli ambienti, le azioni ti si disegnano nella mente? Disegni e cancelli, cancelli e disegni, preservando piccoli dettagli che poi si ricompattano in un insieme? Ogni libro è una storia a sé?

Per raccontare con le immagini bisogna secondo me leggere il testo con molta attenzione, con amore per la lettura.
Per sentirne il gusto, il ritmo, il senso.
Io aspetto sempre qualche giorno tra la lettura e i primi bozzetti, ho bisogno di tempo per digerire il testo.
Indi comincio a disegnare. Non cancello, se non sono convinta butto via tutto e ricomincio da capo.
Lo racconto sempre ai bambini che incontro, è giusto sappiano che capita di sbagliare, di cambiare idea, di non azzeccarla al primo colpo.
Quando mi sembra che il bozzetto abbia una giusta struttura, allora non lo butto e lo arricchisco con dettagli e particolari.
Siccome, è vero, ogni libro è una storia a sé, per ogni libro cerco innanzi tutto il modo migliore per rispettare la struttura narrativa dell’autore.

 

Ciao, Desideria.
Sono Nuccia. Mi piacciono le tue illustrazioni (le mie preferite sono quelle di “Ci sarà la luna”) perché sono molto colorate e secondo me con i colori i disegni sono più belli. Quando incontro un illustratore in un libro, poi quasi sempre riesco a riconoscerlo nei libri successivi che leggo. Con te, per esempio, mi è capitato. Ho letto prima “Ci sarà la luna” e poi ti ho riconosciuta subito in “Leonardo e la marea”.
Sono curiosa di sapere se disegni a mano libera o con il computer. Usi i colori, che tipo di colori? Io uso con piacere i pennarelli.
Hai un colore preferito? A me piace il giallo e l’azzurro e cerco sempre di inserirli nei miei disegni.

 

Cara Nuccia , grazie. Sono felice di conoscerti, sono felice dei tuoi complimenti.
Fino a qualche anno fa disegnavo e coloravo solo a mano. Poi ho imparato a usare photoshop, uno dei programmi per disegnare e colorare al computer.
Ha un brutto nome, sembra debba servire solo per ritoccare le foto.
Invece è un mezzo affascinante, è come avere a disposizione una matita che non si consuma mai, un pennello sempre intinto di tutti i colori che vuoi.
 Dunque, adesso, lavoro “a mano e in lavatrice”. Alcune parti dell’illustrazione le faccio a mano, altre al computer.
Non posso rinunciare a tenere in mano una matita, al rumore che fa quando traccio un segno sul foglio di carta.
Non riesco a rinunciare alle possibilità che mi offre il computer.
Per colorare “a mano” preferisco gli acquerelli.
I colori che preferisco sono tutta la gamma dei blu e tutta la gamma dal giallo al rosso. Come te.
Il colore che uso malvolentieri è il verde. Gli alberi vorrei disegnarli solo d’autunno.
Vorrei tanto usare di più il nero, per far risaltare gli altri colori. Ma posso usarlo poco poco perché tutti pensano che sia un colore triste.
Per me invece è un colore fortissimo e potente.

 

Cara Desideria, per la verità anche per me il nero è un colore un po’ triste, ma certo prima di giudicare dovrei vedere i disegni. C’è un personaggio, tra quelli che hai disegnato, che ti è rimasto più impresso? Oppure un personaggio che alla prima lettura ti è sembrato antipatico, e non sei riuscita a disegnarlo?

 

Per farti capire quello che penso del nero, di come possa servire a illuminare un’illustrazione, ecco due disegni di un grande illustratore russo del passato che io amo molto, Bilibin. Senza il nero, i rossi,i  gialli e i blu di questi suoi bellissimi disegni non sarebbero così brillanti.

Per rispondere alla tua ultima domanda, un  personaggio che ricordo con simpatia è la principessa Prunella, protagonista di una divertentissima storia scritta da una grande scrittrice canadese, Margaret Atwood.

Quanto ai personaggi antipatici, ti dirò che mi è sempre piaciuto disegnarli. Per cui, confesso, mi vengono con più facilità di quelli simpatici! Una antipaticissima che mi sono molto divertita a disegnare è l’odiosa maestra Tussi nel libro “Margherita e la maestra Serpente” di Emanuela Nava.

 

Ringraziamo di cuore, Desideria Guicciardini che ci ha ospitato nel suo studio “virtuale” e ha lasciato che sbirciassimo mentre disegna, raccontando di sé. Un dono grande e per noi prezioso.

Chiacchierando insieme a Nuccia con… Desideria Guicciardini