Inizia con un selfie, che ben rende l’empatia e l’immediatezza con cui la scrittrice si dona ai suoi lettori, il tour potentino di Paola Zannoner: io e lei davanti a una tazza di tè con pasticcini nel bar della piazza centrale di Potenza.

Un’emozione sentirle ripetere in diversi contesti che la sua presenza in città è  in parte motivata dalla nostra amicizia letteraria e dalla gioia di incontrare me e Nuccia, dopo che il nostro Chiacchierando (QUI) l’aveva felicemente colpita per impostazione e piacevolezza.

Due incontri alla Libreria Ubik di Potenza, che ha reso possibile con il supporto logistico e sentimentale la visita della scrittrice fiorentina in città.

Il primo, l’11 ottobre, gremito di bimbi e genitori, per conoscere la Banda delle Ragazzine (Giunti), uno degli ultimi successi della produzione della Zannoner per piccoli lettori fino ai 10 anni.

Non si è parlato solo delle cinque ragazzine che come le dita di una mano si sono raccolte in una banda, per poi diventare sei con l’arrivo di una bimba brasiliana in paese, Thais, ma anche di Mia, uno dei personaggi più amati della scrittrice, che sta crescendo nelle pagine dei libri, a partire da “Voglio fare la scrittrice” (De Agostini), con “Voglio fare la giornalista” e “Voglio fare l’innamorata” per le numerose richieste delle lettrici, che di volta in volta pregano Paola Zannoner di regalare un’altra avventura. Scherzando Paola ha esclamato che finirà con il farla sposare, così forse…

Entusiasmante è stato ascoltare il racconto di come sia nato “Zorro nella neve” (Il Castoro). Con un pizzico di vanità, la scrittrice ha raccontato davanti a occhi lucidi per lo stupore l’emozione di partecipare a un’azione di salvataggio, il successo della quale prende e stritola il cuore e che i lettori possono trovare nelle pagine del libro.

Non sono mancati i consigli per scrivere, per diventare grandi, il racconto di sé che hanno affascinato i bimbi, che non smettevano di fare domande.

Il secondo incontro alla Libreria Ubik, lunedì 12 ottobre, era invece dedicato ai giovani lettori con i loro genitori. Partendo da vari spunti offerti da un libro che ho molto amato, “A piedi nudi, a cuore aperto” (De Agostini) in cui mi sono proiettata come madre e donna, e rivista adolescente, con Paola avevamo deciso di dialogare con i presenti di “Genitori e figli che si parlano attraverso i libri”. Credo che questo sia uno degli elementi più felici della produzione rivolta ai young adults e della scrittura così accorta ai moti dell’anima di Paola Zannoner: essere un ponte tra figli e genitori per conoscersi e riconoscersi.

Il dibattito, da uno spunto di Paola Zannoner, si è concentrato sull’importanza delle biblioteche come luogo di incontro e di ritrovo per le famiglie. Con grande schiettezza e lucidità di vedute, la scrittrice ha descritto diversi modelli, facendo nascere nei presenti la voglia di battersi perché anche nella nostra città ci possa essere una biblioteca come quella immaginata e proposta da Zannoner.

Paola Zannoner non si è sottratta neanche alle scuole. La mattina del 12 ottobre all’I.P.S.S.E.O.A. di Potenza, ha incontrato cinque classi dell’istituto in un confronto con i ragazzi ricco di spunti, di consigli di lettura, di agganci con il presente e di invito all’accoglienza. Il 13, invece, la scrittrice ha incontrato le quinte elementari e le prime medie dell’Istituto Comprensivo “Domenico Savio”. Quello che mi ha colpito, dopo averla ascoltata e seguita incessantemente è la capacità di Paola Zannoner di non ripetersi mai, di avere sempre cose diverse e interessanti da raccontare ai ragazzi, di non fermarsi mai alla superficie e di riuscire a lasciare un segno, un’impronta, una traccia che spero i giovani che hanno avuto il piacere di conoscerla dal vivo sappiamo coltivare e ritrovare nei suoi libri.

Ho apprezzato in particolar modo il rifiuto di firmare autografi, nonostante il viso festante dei bimbi mentre le sventagliavano sotto il naso un pezzetto di carta. “Non sono un calciatore o una cantante. Io sono i miei libri”.

Questa è Paola Zannoner, e la sincerità della sua scrittura si riflette e riscontra in quella dei suoi atteggiamenti. Credo che per i bimbi sia stato un bel segnale di rottura con i modi di una società votata al successo, quello labile di un nome svolazzante su un ritaglio volante di carta, sottolineare l’importanza di un nome stampato su un libro, incitamento a ricercare l’essere, non più l’apparire. 

 

Un tour che si era aperto con un selfie, passando per una cena tra amiche, non poteva che concludersi in maniera intima e privata: un pranzo improvvisato a casa mia con frugalità e confidenza prima della partenza per tornare a Firenze. La magia dei libri è anche e soprattutto essere forieri di incontri, speciali, che riempiono il cuore e illuminano la vita.

Grazie Paola Zannoner!

Un selfie con Paola Zannoner a Potenza