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Pecunia olet?

di Michael Perth

 Patrizia http://www.leultime20.it/

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 Giuditta

twitter: @tempoxme_libri

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto: 8

Una copertina suggestiva, da locandina cinematografica, che unisce gli elementi fondamentali del libro: le piazze finanziarie e i suoi operatori.

Voto: 7.

Confesso che non è la più bella delle copertine di La Lepre, che sono sempre elegantissime. Rende bene l’idea del romanzo, ma le copertine delle edizioni classiche la battono alla grande.

2. L’incipit è …

Introduttivo e intrigante. Con una domanda e poche frasi incuriosisce il lettore.

“Qualcosa non va?”.
L’avvocato Bressan, nervoso per la prolungata attesa e per il viaggio estenuante, voleva vedere e toccare la ricevuta di deposito in contanti appena effettuato. Il lavoro sporco, cui era stato spinto dalla necessità, stava per essere finalmente portato a termine.

Considero il prologo il vero incipit del romanzo. Il riferimento a Vespasiano che torna nell’epilogo non solo è geniale, ma crea un collegamento forte e sostanzia filosoficamente e storicamente la realtà finanziaria ed economica di cui il romanzo è denuncia e polemica sotto mentite spoglie.

3. Due aggettivi per la trama
Avvincente e “tecnica”. Psicologicamente raffinata e sapientemente intrecciata.
4. Due aggettivi per lo stile
Lineare e piuttosto ripetitivo. Sostenuto e nitido.
5. La frase più bella

In un romanzo che pullula di personaggi poco o per nulla etici ho scelto di valorizzare la dichiarazione di un figlio che onora la memoria del padre:

Mio padre mi ripeteva sempre che non si può essere poco o tanto onesti. O si è onesti o si è disonesti. E io sono d’accordo con lui.

Il romanzo è zeppo di riflessioni, ora amare ora tenere, proponendo un’enciclopedia completa di ogni tipo di reazione emotiva e sentimentale di fronte al dio denaro. Scelgo una frase dell’epilogo, che dà il senso e la misura di ciò che l’autore vuole dimostrare con un thriller mozzafiato:

Oggi non è più possibile fare come Vespasiano. Non possiamo lasciar scivolare le monete in una latrina e fingere di non avvertire il cattivo odore. Il denaro oggi è un bip elettronico, un’unità di misura, una traccia indelebile su un programma di computer. È il sudore dei comuni mortali per possedere quelle poche cose che non saranno mai veramente loro, ma solo una vana illusione.

Vi assicuro che se leggerete il romanzo di Perth, intuirete tutta la carica di questa riflessione e guarderete il mondo e la realtà con occhi diversi. Questo romanzo ha la forza di rendere consapevoli di ciò che accade nelle nostre tasche.

6. La frase più brutta

In Pecunia olet? è il dio denaro a governare i destini dei personaggi che si muovono sulla scena. Una filosofia squallida ma ben sintetizzata in questa frase:

Ogni passione finisce. Sono i soldi e il potere che ti garantiscono l’amore e la fedeltà di una donna. Non buttare via quest’occasione!

Marco non si padroneggiò più e la colpì con forza sul viso, facendola cadere a terra. Poi fuggì via, tremante per l’ira.

Quanto può il denaro. Non contano i sentimenti, l’amore, la sincerità. Marco è vittima della sete smodata di potere e ricchezza di una donna e il suo moto di stizza è il fallimento di tutte le persone oneste.

7. Il personaggio più riuscito
Bernardette. Ricca e poco avvenente, ma generosa e appassionata, non ha un ruolo principale ma dove appare, illumina. Un personaggio positivo e coerente nell’oceano di bassezze e meschinità che costellano il romanzo. Tutti i personaggi, numerosissimi, sono finemente elaborati psicologicamente. Mai statici, sempre in divenire, con una complessità di sentimenti e reazioni. Per simpatia e come speranza per un futuro migliore scelgo il bancario, integerrimo pur nella sua grande abilità finanziaria, Bernand Tannant. Ce ne fossero di uomini come lui, forse saremmo tutti un po’ più ricchi, o meno poveri.
8. Il personaggio meno azzeccato
Kendra, la diabolica segretaria dell’avvocato Maxwell. Una donna innamorata e non corrisposta, capace di obbligare l’uomo che ama a stare con lei attraverso il ricatto. Mi è sembrata esagerata e inverosimile (ma non è l’unico personaggio improbabile del libro). Gli anonimi possessori di una somma stratosferica che muove tutta l’intrigata vicenda del romanzo e che agita e influenza le vite di tutti i personaggi. Forse Perth avrebbe potuto svelarci qualcosa di più nella finzione romanzesca per farci comprendere fino in fondo cosa si muove nei recessi dell’alta finanza.
9. La fine è…
Riepilogativa. A ogni personaggio il suo destino. Abilissima… ma non posso svelare proprio nessun indizio, perché Pecunia Olet? è un thriller entusiasmante.
10. A chi lo consiglieresti?
A chi è più interessato a una buona storia che al modo in cui viene raccontata. Pecunia olet? è un romanzo avvincente, che piacerà soprattutto a chi si intende di finanza, ma con un carattere didattico, che ne fa una lettura interessante anche per il grande pubblico, che ha la possibilità di capire nel dettaglio molti dei meccanismi che hanno generato la crisi degli ultimi anni. A tutti con convinzione. Sia appassionati del genere che non rimarranno delusi da un intrigo condotto con grande maestria, sia esperti del mondo finanziario che troveranno descritti con andamento romanzesco elementi tecnici e specialistici, sia lettori famelici che saranno catturati con grande tensione dall’abilità narrativa di Perth.

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P&G Pecunia olet?
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