– Le quattro candele sull’altare, ti ricordano qualcosa? –

Chiedo a Giuseppina all’uscita dalla messa domenicale. Il parroco, infatti, ha spiegato il senso delle quattro candele che scandiscono l’attesa del periodo di Avvento, fino al Natale.

Mi guarda un po’ incerta sulle prime, poi indirizzata dal mio sorriso capisce che deve pescare tra le recenti letture, e si illumina in viso, per esclamare soddisfatta:

– Chanukkà!

La sera prima, insieme con il piccolo Luigi (più elemento di disturbo per la verità, che ascoltatore) avevamo letto, come libro della buonanotte, “Ester e il disastro di Channukà” (Giuntina, 2014).

Polemicamente interviene Nuccia:

– Ma nel Chanukkà ci sono otto candele, che si accendono tutti i giorni. A messa solo quattro, una ogni domenica.

Così per tutto il tragitto verso casa siamo prese dalla concione su somiglianza e differenza tra l’ebraismo e il cristianesimo, sul valore e il significato delle candele e della luce, sulla diversità delle due festività, il Chanukkà e il Natale. Nuccia insiste sulle differenze, analitica come al solito, io e Giuseppina invece sottolineiamo le somiglianze, cosmopolite come ci piace essere.

Un libro divertente, come è filo conduttore della collana per l’infanzia di Giuntina, diventa motivo e modo per incoraggiare e stimolare nelle bambine uno sguardo critico e aperto verso gli altri.

Ester e il disastro di Chanukkà

– Che pasticciona, Ester! – mi dice Giuseppina durante la lettura. – Ha sbagliato tutti i regali, forse perché si è ridotta all’ultimo momento?

In effetti è proprio così. Ester, come tanti di noi, ha deciso di comprare i regali per Chanukkà all’ultimo momento, si è precipitata in un grande centro commerciale e si è lasciata irretire dalle “grandi occasioni”. Il giorno dopo, baldanzosa e soddisfatta, comincia il giro per distribuire ai suoi amici i doni. Chi con gentilezza, chi tra le righe, chi con una certa ruvidezza le confessa il limite e il difetto del regalo scelto. Al contrario Ester riceve dei regali entusiasmanti e su misura per lei.

Nell’intento di farsi perdonare, Ester riconquista il senso vero della festa, sottolineando l’amicizia e l’affetto che la legano agli amici e dimostrando di aver capito profondamente il legame che deve intercorrere tra commemorazione e amore.

Riprendendo la lezione antica di Esopo e Fedro, gli animali protagonisti di Jane Sutton, illustrati con il tratto divertito e simpatico di Andy Rowland, dai colori caldi e i dettagli “borghesi”, funzionano da alterità per il piccolo lettore, ma generano anche immediatezza e corresponsione. Un encomio al lettering, sottile chiaro e molto elegante.

Facile immedesimarsi in Ester, con il suo largo gorillesco sorriso, e di conseguenza far propria la lezione che la sua sbadataggine le impartisce. Alla fine i regali non erano così sbagliati come poteva sembrare in un primo tempo, perché chi è mosso dall’affetto non sbaglia mai del tutto.

Ester e il disastro di Channukà