Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Lotto 25. Chi ha ucciso Annarella Bracci?”

di Riccardo D’Anna

Lotto 25. Chi ha ucciso Annarella Bracci?

1. La foto in copertina è bellissima!

2. La storia è torbida, dolorosa, non ha una soluzione ufficiale, manca il colpevole.

3. La soluzione che l’autore lascia intravedere è solo una sua ipotesi, sia pure derivante dalla lettura puntuale di TUTTI gli atti processuali.

4. Il romanzo è popolato di presenze poco raccomandabili: dal “biondino di Primavalle” ai fratelli Belardinelli, collusi con la banda della Magliana.

5. Il libro, attraverso la cronaca della periferia romana di Primavalle, ripercorre alcuni decenni della storia di Italia, dal dopoguerra agli anni Settanta. Perché ricordare anni tanto difficili?

6. Del resto, anche un regista minore come Roberto Rossellini, si era occupato della Primavalle di quegli anni…

7. La vicenda del rogo di Primavalle è ricostruita in modo politicamente corretto: inconsueto per le stragi irrisolte!

8. L’autore è convinto che il vero nerbo di qualunque libro sia la scrittura, quindi questo è un libro scritto con cura: sicuri che vi va di leggerlo?

9. L’autore è altresì convinto, per misteriosi motivi, che la letteratura sia ben lungi dall’essere morta. E che ogni libro pubblicato sia un contributo alla conoscenza. Visione desueta, antica, francamente ormai ridicola…

10. Il libro è pubblicato da Giulio Perrone, un editore “minore”, interessato alla qualità e a un progetto preciso di editoria di qualità. Ahahah, che illuso…

11. Dimenticavo: dopo aver letto Lotto 25 vi potrebbe venire voglia di leggere i precedenti romanzi dell’autore, che sono tutti di genere diverso: dalla biografia fantastica di Saint Exupery all’horror, al baseball… Chi ve lo fa fare?

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Lotto 25. Chi ha ucciso Annarella Bracci?”
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