Dieci Buoni Motivi per NON leggere “L’origine della distanza”
Non leggete L’origine della distanza se:
- Soffrite di vertigini: vi sembrerà di passeggiare su un filo.
- Se non vi interessano gli incontri con altri mondi senza nessuna mediazione: si parte per il Giappone, senza conoscere la lingua e senza avere qualcuno che ci aspetta.
- Se amate follemente solo saghe familiari composte da almeno 120 personaggi: questa è quasi una novelette, compatta ed essenziale.
- Se non tollerate che si parli con la bocca piena: i personaggi spesso dialogano davanti a pesce crudo o spaghetti al dente.
- Se non vi appassionano i contrasti: è una storia fatta di pagine luminose e pagine scure.
- Se amate le scritture ampollose e abbondanti: troverete uno stile misurato, intimo.
- Se detestate dell’ebrezza dello smarrimento: vi perderete per poi ritrovarvi, qui o altrove.
- Se non vi piace sminuzzare la realtà per scoprire cosa si nasconde tra una piega e l’altra del giorno.
- Se non vi piace la copertina: la poetica di Kawori Inbe che ha scattato la fotografia è parte integrante del libro.
- Se pensate che il rosa sia un colore da femminucce: questo è un libro in fuga dagli stereotipi.
Dieci Buoni Motivi per NON leggere “L’origine della distanza”